Il quarto giorno a Tokyo è un giorno particolarmente impegnativo.
Partiamo a visitare il quartiere di Odaiba, molto moderno e divertente, poi torniamo in città a Tokyo e si va a Roppongi, e si finisce nel magico e sorprendente quartiere di Shibuya.
Partiamo da Odaiba. Per arrivarci si può passare a piedi il bellissimo Rainbow Bridge, la passeggiata è sicura e ne vale la pena. Si può ammirare il quartiere da distante e si notano molte sfaccettature che percorrendolo con il treno non sarebbero così evidenti. La monorotaia la potete prendere al ritorno.
Il quartiere è molto divertente, ci sono centri commerciali, cinema, negozi, sale giochi ma anche autosaloni, piste per go-kart insomma tutto per il divertimento. Cose interessanti, una piccola riproduzione della statua della libertà e la Statua di Gundam Unicorno.
Forse però l’attrazione principale è la grande ruota panoramica, fateci un giro, si ha una vista della baia di Tokyo e sull’intera città stupenda. Molto consigliato.
Fatto un giro nel quartiere, visto tutti gli intrattenimenti e magari assaggiata qualche specialità, prendiamo la monorotaia per tornare in città.
Facciamo un bel tragitto, prendiamo la metro e trasferiamoci dall’altra parte della città, a Roppongi.
Roppongi è un animato quartiere di divertimenti potete frequentare bar e club affollati aperti fino a tardi. Roppongi Hills attira molte persone per l’osservatorio, le boutique di alta moda ed il vasto numero di grattacieli.
Anche qui potete sbizzarrirvi e visitare quello che più vi attira.
Fatti i vostri giretti per il quartiere ci trasferiamo nell’ultima tappa di questo impegnativo ma super interessante giorno. Shibuya.
Shibuya è famosissimo per la statua di Hachiko e per il mastodontico e trafficatissimo incrocio. Oltre a questo ci sono palazzi e video abbaglianti. La sera è particolarmente affascinante da visitare.
Ed ecco arrivati al termine della quarta giornata. Sicuramente non vi sarete annoiati e quando andrete a dormire, un sorriso mi resterà stampato sul viso per la bellezza della visita.
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